Per migliorare il posizionamento di un sito sui motori di ricerca si possono mettere in atto molteplici strategie SEO. Una di queste è la link popularity, che tradotto significa “popolarità da link”.
In sostanza, quindi, parliamo dei backlink ricevuti da altri siti, nonché della strategia nota come linkbuilding. Quest’ultima svolge un ruolo essenziale per aiutare un sito web a scalare la SERP e ad uscire tra i primi risultati di Google.
Tuttavia, come abbiamo potuto spiegare diverse volte all’interno delle nostre guide, è molto importante che si parli di link di valore e di qualità. I collegamenti ipertestuali, infatti, devono portare valore aggiunto al contenuto, aumentandone l’autorevolezza.
Allo stesso tempo, però, è anche vero che non tutti i collegamenti ipertestuali che si necessita inserire all’interno di un articolo sono positivi agli occhi di Google. Ecco che, in questo caso, dovrai affidarti ai link nofollow.
Link: dofollow o nofollow?
La prima cosa che devi sapere è che i link non sono tutti uguali. Per tanto, per sfruttarli al meglio delle loro potenzialità, è importante che tu conosca quali differenze esistono. In particolare, parliamo dei link dofollow e nofollow, la cui diversità si evidenzia attraverso l’attributo “rel”.
Se questa è la prima volta che ti interfacci con questo tipo di discorso, l’argomento potrebbe sembrarti complesso, ma in realtà non lo è affatto. Leggi quello che sto per dirti e saprai come rendere i link un elemento chiave per la scalata della SERP di Google.
Link dofollow
Iniziamo con l’attributo “rel=dofollow”, che contraddistingue tutti i link. Ogni collegamento, infatti, viene inserito come dofollow, e ciò significa che stiamo dicendo a Google di prenderlo in considerazione.
In poche parole, i link dofollow vengono inseriti proprio per dire al motore di ricerca “Tieni conto di questo collegamento, perché è autorevole, sicuro e di valore”. Chiaramente, parliamo sempre di link che puntano verso altri siti, e non verso pagine interne al nostro portale.
Di conseguenza, non stiamo facendo altro che spiegare la strategia che sta alla base della linkbuilding: io ricevo un backlink da un altro sito (autorevole, noto e di qualità) e Google mi vede come una fonte autorevole.
Per tanto, ai fini SEO, i link dofollow costituiscono un elemento chiave, poiché il collegamento ipertestuale viene visto come un segnale molto positivo, ed il motore di ricerca ne tiene conto.
Link nofollow
I link con attributo “rel=nofollow”, invece, suggeriscono l’esatto contrario: “Google, non tenere in considerazione questo collegamento, perché…”. I motivi per cui potresti ritrovarti in questa situazione, come vedremo meglio tra poco, sono diversi.
In ogni caso, devi sapere che i link nofollow sono nati qualche anno fa con lo scopo di evitare manipolazioni ai siti web per aumentarne la visibilità. L’algoritmo PageRank di Google, infatti, definiva la popolarità di un sito valutando la quantità di backlink che riceveva.
Questo, quindi, aveva portato ad un acquisto massiccio di link per fare in modo che il motore di ricerca potesse accorgersi dell’esistenza dei siti, con lo scopo di farli arrivare in prima pagina. Il problema è che, i link in questione, non apportavano alcun valore aggiunto al sito, e la scalata della SERP, quindi, si basava su una “farsa”.
Ad oggi, dunque, per escludere i link a pagamento, i link basati su pubblicità, spam e molto altro ancora, si utilizza l’attributo “rel=nofollow”. Ciò significa che il collegamento rimane visibile all’utente, che avrà la possibilità di navigarlo, ma rimane indifferente agli occhi di Google.
Link nofollow: Quando e come utilizzarli
Come ti dicevo prima, i motivi per cui potresti ritrovarti nella situazione di utilizzare i link nofollow sono molteplici. Dopo aver capito che cosa sono, dunque, è giunto il momento di vedere quando ti tornano utili.
La prima circostanza in cui ti conviene rendere un link nofollow è quando ti vedi costretto a citare un sito che non hai la garanzia sia autorevole, affidabile e credibile. La link popularity deve essere un vantaggio per il tuo business, non un rischio.
Perciò, se non hai la certezza che la fonte da citare sia sicura, è importante che non venga presa in considerazione da Google. Un’altra circostanza in cui i link nofollow ti tornano utili è per ciò che riguarda lo spam, ovvero commenti il cui obiettivo è ottenere un link in ingresso.
Da ultimo, ma non per importanza, il “rel=nofollow” deve essere utilizzato quando il collegamento in questione è di natura commerciale o pubblicitaria. Se non lo segnagli a Google, infatti, corri il rischio di essere penalizzato.
In questo caso, invece di utilizzare il “rel=nofollow”, dovrai utilizzare il “rel=sponsored“, che potrai selezionare molto comodamente attraverso l’ultima voce della casella di testo che ti compare dopo aver inserito il link sull’anchor text:
Quest’ultima tabella sarà proprio quella che dovrai utilizzare per l’impostazione dei link nofollow o link sponsored. In alternativa, nel caso in cui disponessi di una versione non ancora aggiornata del tuo CMS, potrai apportare le relative modifiche manualmente, all’interno del codice HTML.
In particolare, non dovrai fare altro che inserire la dicitura “rel=nofollow” o “rel=sponsored” all’interno del testo relativo al link:
- <a href=”URL” rel=”nofollow”>ANCHOR TEXT</a>
- <a href=”URL” rel=”sponsored”>ANCHOR TEXT</a>
Questo è tutto ciò che ti è richiesto per dire a Google di non seguire un collegamento interno ad un tuo contenuto e, soprattutto, per assicurarti che il tuo sito non sia esposto a nessun rischio.